Da anni assistiamo a un continuo flusso migratorio di persone verso le aree urbane, ciò comporta una grande concentrazione di cibo, acqua, energia e allo stesso tempo produce rifiuti, liquami, inquinamento, consumo di suolo e di biodiversità. Tutto ciò ha provocato il peggioramento della qualità di vita nelle aree urbane. Il “ verde “ nella sua componente verticale e orizzontale, può svolgere un ruolo importante nel fornire una serie di “servizi ecosistemici “, come la regolazione delle attività climatiche e degli inquinanti, il miglioramento delle condizioni sanitarie, estetiche, ludiche e culturali. Contemporaneamente occorre tener presente che le stesse condizioni ambientali delle aree urbane producono non pochi danni allo sviluppo del verde e in modo particolare degli alberi. Un’area urbana è, di fatto, un ambiente artificiale per il mondo vegetale. La possibilità che in tali ambienti, alberi e arbusti possono trovare una loro occasione di successo dipende da una serie di fattori, come la disponibilità economica, le modalità di manutenzione ma soprattutto la capacità di “adattamento” delle specie al particolare sito in cui sono destinate. Dunque bisogna che le piante, in modo particolare quelle “ornamentali”, vengono conosciute e studiate in relazione ai principali fattori di stress che caratterizzano la città, sia abiotici come temperatura, risorse idriche, suolo, inquinamento, che quelli biotici come, funghi, batteri e insetti Quindi la scelta della qualità del materiale vegetale rappresenta uno dei momenti fondamentali per la riuscita di qualsiasi impianto a verde. L’impossibilità di poter programmare l’acquisto di materiale vegetale da parte degli Enti, rende ai vivaisti difficile poter rivolgere la propria attenzione verso cultivar, varietà, cloni che possono dare pieno successo in situazioni artificiali come l’ambiente urbano. Allo stesso tempo deve essere chiaro che non è sufficiente avere materiale di “qualità “ se non si migliorano le condizioni dei siti che dovranno ospitare tale materiale, come il suolo o adeguate aree di pertinenza, giusti sesti d’impianto, equi volumi di adacquamento. I comuni hanno un ruolo importante nella gestione del verde, ribadito dalla nuova Legge 10/13 “ Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”. I dati Istat del 2011 riguardante il verde urbano di oltre 100 città capoluogo, certificano che il verde fruibile dai cittadini occupa 550 milioni di mq. e la disponibilità di verde urbano è pari 30,3 mq. per abitante. I comuni gestiscono il più grande e importante patrimonio arboreo che caratterizza il paesaggio urbano italiano (milioni di alberi). Nonostante ciò essi sono inadeguati rispetto ai compiti che dovrebbero e potrebbero svolgere per una città ecosostenibile. La maggior parte dei municipi è privo del regolamento del verde, l’attività di gestione è relegata a figure professionali non adeguate, gli strumenti di pianificazione come il piano del verde, il censimento del patrimonio arboreo non rappresentano una risorsa strategica per l’Ente. Bisogna superare questo forte limite culturale presente tra la maggior parte degli amministratori locali e tra gli stessi pianificatori, urbanisti e progettisti. Le città possono e devono essere riprogettate secondo nuovi indicatori di qualità urbana, superando il vecchio concetto secondo il quale il verde nelle aree urbane ha una funzione unicamente di arredo ed estetico. In questo nuovo scenario la qualità del materiale vegetale rappresenta un momento strategico per un nuovo inizio.
Giuseppe Sarracino